Gennaio e Febbraio 2025

Carissime zelatrici e Zelatori, amiche e amici della nostra amata Associazione del Rosario Perpetuo,

iniziamo il nuovo anno 2025 con il Giubileo ordinario della Chiesa che ha come logo il titolo significativo di: Pellegrini di Speranza.

Proprio al tema del pellegrinaggio, immagine della vita umana del credente, e alla speranza voglio dedicare queste mie brevi riflessioni, avvalendomi del pensiero del Santo Padre Francesco espresso nella bolla di indizione del Giubileo: Spes non confundit.

Ebbene, il Papa, dopo aver detto che ogni uomo spera e poi facendo riferimento ad alcuni testi Scritturistici, soprattutto tratti dall'epistolario paolino, passa in rassegna i segni concreti di speranza che in questo anno giubilare dobbiamo mostrare e non solo proclamare.

Al primo posto mette la Pace e il richiamo agli operatori di pace che saranno riconosciuti, in quanto tali, come figli di Dio.

Scrutando i segni dei tempi e alla luce del Vangelo, noi cristiani, pur se mutano le generazioni e sono richieste modalità diverse, siamo chiamati a dare risposte agli interrogativi di fine e senso della vita, che restano gli stessi.

Mentre la diplomazia compie il suo dovere per trovare strategie di pace, noi con la preghiera contribuiamo a chiedere il dono della pace, soprattutto con la preghiera del Rosario che ha nelle sue finalità più proprie invocare questo dono per la Chiesa e per il mondo.

Dobbiamo impegnarci a costruire occasioni di dialogo, di confronto fraterno e smorzare la mormorazione e il fomentare divisioni e discordie, a cui si è molto inclini nelle famiglie e nelle comunità religiose ed ecclesiali.

Inoltre, bisogna trasmettere con entusiasmo la vita.

Essere uomini e donne che generano la vita intesa in tutti i sensi, dalla paternità e maternità biologica a quella spirituale. La Chiesa predica la paternità e maternità responsabile. Non abdicare al ruolo genitoriale e da quello formativo della scuola e della comunità cristiana a tutti i livelli.

Il Papa ricorda particolarmente, tra le persone che vivono il disagio, i detenuti.  Pensare a chi, privato del bene supremo della libertà, vive nelle carceri e farsi prossimi secondo il detto del Signore, che si identifica con i carcerati: ero carcerato e siete venuti a trovarmi.

Il Vangelo come buona notizia di liberazione è annunciato e sperimentato proprio e solo dai poveri, dai carcerati e da tutti se sono poveri in spirito, condizione essenziale per la docilità recettiva di qualsiasi dono ed insegnamento per la vita.

Oltre ai detenuti vi sono i malati, che si trovano in casa o negli ospedali, i migranti e gli anziani che meritano segni concreti di speranza secondo lo spirito delle opere di misericordia corporali e spirituali che la tradizione cristiana ha recepito in tante sue istituzioni ecclesiali, compresa la nostra Associazione del Rosario Perpetuo nata come società di mutuo soccorso spirituale.

La speranza, insieme alla fede e alla carità, forma il trittico delle "virtù teologali", che esprimono l'essenza della vita cristiana.

Andiamo avanti insieme carissimi e carissime, Pellegrini di Speranza.

Buon Anno 2025 e Buon Giubileo.

P. Antonio Cocolicchio o.p.

Direttore