Carissimi amici e amiche iscritti all’associazione del Rosario perpetuo,
carissimi lettori e lettrici,
E’ tradizione in diverse chiese cantare prima della veglia di Natale le genealogie, cioè quella lunga lista di nomi che da abramo arriva sino a Gesù.
Il testo delle genealogie, soprattutto il giorno di Natale, ci permette di meditare sulla bellezza di Dio che viene a noi facendosi uomo attraverso una storia « rintracciabile » in personaggi esistiti realmente. Sono vite che hanno collaborato alla storia santa della presenza di Dio in mezzo a noi. Natale non è una storiella, Gesù è un uomo, della casa di Davide, e la genealogia ce lo conferma in qualche modo. Riportare Gesù indietro nel tempo ci permette di individuare Gesù che si fa uomo sino alla realizzazione piena di ciò che i profeti avevano da sempre annunciato ! Le genealogie ci fanno vedere nel concreto come Dio mantiene le promesse ! E basterebbe questo.
Ma come Dio mantiene le promesse ? E qui viene il bello ! Perchè ad osservare bene le genealogie, Gesù discende da una storia che non è poi filata così liscia. Ci sono diverse discendenze che sono piuttosto sorprendenti.
Partiamo da Abramo. Dio gli aveva promesso una discendenza innumerevole, ma sua moglie, Sara, era sterile, ed ormai stava diventando vecchia. Allora Sara propone ad Abramo di avere un figlio dalla sua schiava, Agar. Così’ Abramo ebbe un primogenito, Ismaele. Ma Dio alla fine concesse che anche Sara avesse un figlio, e nasce Isacco. E Abramo anzichè scegliere come suo successore Ismaele, il suo primogenito, sceglie Isacco, nato in seguito dalla sua vecchia moglie. La vicenda di Abramo mi fa pensare a quante volte non sappiamo apsettare i tempi di Dio e allora di affanniamo a trovare soluzioni immediate quasi scavalcando o dimenticando la Provvidenza di Dio.
Anche Isacco aveva due figli. Avrebbe voluto benedire Esaù, suo primogenito. E invece il suo secondogenito, Giacobbe, con la complicità di sua madre, inganna il padre e riesce a rubagli la benedizione. Quante volte imbrogliamo nella nostra vita pur di averne un tornaconto. Giacobbe ebbe diversi figli. Il primogenito era Ruben, e la discendenza non la darà a lui. Ma non la da nemmeno a Giuseppe, il suo figlio preferito che fu venduto in Egitto dai suoi fratelli. E quando diventò molto potente come amministratore del faraone perdonò i suoi fratelli. Giacobbe invece diede la custodia della sua discendenza Giuda. Che era prorpio uno dei fratelli che avevano venduto Giuseppe come schiavo a dei mercanti nel deserto.
Quanti litigi nelle famiglie a causa di quelle che ci sembrano delle pesanti ingiustizie, e quante divisioni !
Nelle genealogie poi c’è Giuda che genera i suoi figli da Tamar. Giuda era il suocero di Tamar, e Tamar ha concepito unendosi a lui travestendosi da prostituta e traendolo in inganno. Poi c’è Salomone, il figlio di Davide. Il grande Salomone era nato da Betsabea, la donna della quale Davide si era invaghito unendosi a lei, ma poichè era sposata fece uccidere il marito Uria l’Ittita. Quante fragilità, e quante infedeltà. Sembra un disastro di genealogia per essere quella del Verbo incarnato.
Ma questa genealogia dice molto della nostra vita e del modo in cui Dio se ne serve. Notava il grande cardinale vietnamita Nguyen Von Thuan (rinchiuso 13 anni in carcere solo a causa della sua fede), che la genalogia di Gesù illumina il mistero della nostra vocazione. Illumina il mistero della nostra chiamata ad essere Natale gli uni per gli altri!! Per un mistero di misericordia e d’amore siamo integrati nel disegno di Cristo di salvarci, facendo di noi una famiglia nonostante le nostre tante fragilità. Emmanuele significa Dio con noi. Il Natale è Dio che si fa uomo, che diventa bambino, che entra nel mondo fragile, che urla, che piange, che gioca, che si affeziona, che guarisce, che si arrabbia, che perdona, che si dona, muore per noi e ci da un esempio !
E noi diventiamo Natale ogni volta che ci sforziamo di imitare Gesù, ogni volta che permettiamo a Dio di essere visibile attraverso le nostre scelte buone. Dio si incarna e si riincarna ogni volta che somiglio a Dio ! Il Natale, ossia la chiamata di Cristo a essere Natale passa per le pieghe della nostra vita che non sempre sono tra le più limpide e delle quali andare fieri prorpio come coloro che nei secoli da abramo a san Giuseppe hanno portato alla nascita di Gesù. La nostra chiamata ad essere cristiani viene dalla misericordia di Dio che abbraccia e cura le nostre fragilità e gli scandali del nostro essere lontani da Lui. La nostra povertà è usata da Dio per portare il Natale nella vita degli uomini, cioè per portare Dio nell’esistenza dell’umanità. La genealogia del Natale degli uomini di questo mondo continua con noi. Il Natale non si è fermato nella grotta di Betlemme con Giuseppe e Maria ! Cristo non è ancora in tanti nostri atteggiamenti di vita, in tante nostre giornate, in tanti nostri vizi, nelle vite di tanti nostri fratelli e sorelle che non dobbiamo tanto convertire … quanto stupirli dalla nostra bontà fatta in nome di DIO ! Le nostre povere vite, anche le nostre fragilità, possono e devono diventare dono, offerta, attenzione, che oltre tutto ci fanno crescere !
Veramente mi piacciono queste genealogie perchè ci dicono di non scoraggiarci, ma di entrare nel disegno di Dio. Sono piene di traditori, di idolatri, di prostitute, di furbi, di assassini che si son lasciati prendere per mano da Dio per camminare verso il Natale !
Dio ci sceglie così come siamo. Siamo parte di una genealogia che porta Dio ad incarnarsi nella mia vita e a farsi consocere laddove ancora non è stato incontrato!
Carissimi amici e amiche iscritti all’associazione del Rosario perpetuo, carissimi lettori e lettrici, questo mio augurio di Natale è carico anche di gratitudine a Dio per aver ricevuto il dono di dirigere per diversi anni questa rivista e l’Associazione. La bellezza della nostra vocazione domenicana, con la quale partecipiamo alla genealogia nella storia della venuta di Cristo, consiste anche nel fatto che continuamente dobbiamo confrontarci con nuovi servizi, alle quali si risponde con più gioia se affrontati con fede e fiducia. Il Maestro dell’Ordine, cioè il nostro superiore generale, mi ha chiesto di rendermi disponibile al servizio nella nostra università domenicana San Tommaso d’Aquino a Roma (Angelicum), e quindi con un cuore comunque colmo di gratitudine, concluderò il mio incarico di Direttore dell’Associazione in questo mese lasciando la direzione al nostro Priore Provinciale fra Antonio Cocolicchio per il quale già da ora preghiamo. Ho sentito forte la vostra preghiera e affetto e quindi il mio grazie più grande va a voi, cari lettori e a tutti gli iscritti all’Associazione del Rosario Perpetuo. Chiedo perdono se non sempre sono stato all’altezza di un servizio così bello come quello di camminare con voi nell’Associazione e se, nonostante il desiderio, non sono stato presente come avrei voluto. Mi affido alla vostra comprensione e misericordia, soprattutto alla vostra preghiera, chiedendo per me ancora una volta un ricordo attraverso l’intercessione della cara e dolce Vergine Maria Regina del sacratissimo Rosario. Non mancherò di fare altrettanto.
Dio vi benedica tutti,
Buon Natale e abbondanti benedizioni per il nuovo anno che inizia
fr. Gian Matteo Serra, O.P.