Carissimi amici e amiche iscritti all’associazione del Rosario perpetuo,
carissimi lettori e lettrici,
«Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Sentiremo questo passaggio dell’apocalisse nel giorno della Solennità di tutti i Santi il primo novembre.
«Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
Risponde uno degli anziani presenti nella scena che descrive la gloria di Dio.
Immaginiamo la scena, come ci è descritta dalla Parola di Dio. Al centro c’è Dio, l’Agnello, seduto su un trono, e intorno a lui le quattro figure misteriose dell’apocalisse (utilizzate nella tradizione come iconografia per i quattro evangelisti) gli angeli, e poi una moltitudine immensa […] di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. […] in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, con rami di palma nelle loro mani.
E’ una scena che ci aiuta a farci un’idea, certamente vaga, di come tutta la creazione loda e si orienta verso Dio per lodarlo. E’ il nostro cammino di fede, cercare di orientarci verso Dio, che dopo la morte diventa visione per chi è stato fedele a Lui: i santi vedono Dio.
La solennità di tutti i santi ci ricorda prima di tutto la nostra vocazione: essere santi, crescendo nella fede in Dio per vederlo un giorno così come egli è e riempirci della sua bellezza e visione.
Nella nostra vita viviamo cercando di somigliare alla vita di Gesù, da Natale a Pasqua potremo dire. Per poi attraversare la porta della morte ed entrare nella Pasqua eterna. Mi immagino maldestramente l’eternità come l’essere davanti a un qualcosa di meraviglioso che vorremmo non finisse mai ! Pensiamo ad tramonto bellissimo : quando lo ammiriamo è come se non volessimo staccare lo sguardo da quello spettacolo per non perdere neanche un secondo di tutta questa bellezza. Ma il tramonto finisce con il sole che sparisce, la bellezza di Dio no. E il nostro cuore immagino non sarà mai sazio di guardarne la bellezza.
E’ quello che fanno i santi. Ammirano Dio, adorano Dio, lodano Dio, e siccome vedono quanto Dio è bello pregano per noi perché non ci lasciamo illudere da altre bellezze che non hanno paragone … e ci accompagnano nel desiderare sempre di più di esser come loro.
La solennità di Tutti i santi è il ricordo di chi non si è lasciato imbrogliare e imbrigliare da bellezze false che allontanano da Dio. E tutte queste persone ora ci accompagnano a fare il loro stesso cammino.
Ma cosa vuol dire quando si dice che questi uomini e donne hanno resi splendenti i loro abiti nel sangue dell’Agnello ?
E’ un immagine di bellezza, come una veste candida, che ci dice della relazione tra la santità e l’imitazione di Gesù. Gesù ha una vita santa per insegnarci a esser santi. Ma siccome non possiamo riuscire ad esser santi solo attraverso le nostre forze, il suo essersi donato totalmente per noi, il suo aver versato il suo sangue per noi, compensa a tutto il resto : lava le nostre vesti se facciamo tutto quello che possiamo, sinceramente e con coraggio per imitarlo e piacere a Dio.
Per imitare Gesù, il Vangelo delle beatitudini, che sentiremo sempre nella liturgia del primo novembre, ci dà dei suggerimenti.
Se si potessero estrapolare degli elementi che ci aiutano a descrivere la santità, potremo dire che la santità ha qualcosa a che fare con la povertà, di spirito, ma non solo; ha anche a che fare con il pianto e la consolazione, la mitezza e la giustizia, la misericordia e la purezza di cuore, la pace e la persecuzione.
Sono parole annotate nella quotidianità del santo :
- povertà, per essere più vicino a i poveri : povertà di spirito cioè apertura docile a lasciarsi riempire da Dio di fronte alle sfide di oggi e povertà di vita, per non idolatrare i doni di Dio, ma farne un dono da condividere con chi non ha nulla.
- Pianto e consolazione. Chi cammina in sentieri di santità piange, ma non si dispera perché confida in Dio. Di fronte al pianto degli altri invece è consolazione, cioè incarna con la propria vita la tenerezza e il conforto di Dio che non ci lascia mai soli.
- Mitezza e giustizia. Il santo ama la giustizia, e con la sua mitezza insegna agli altri ad amarla. Ha il cuore mite, che si allarga, si gonfia col suo respiro di bontà, senza lasciar spazio a compromessi che schiacciano gli altri. E’ mite, ma risoluto nel bene.
- Misericordia e purezza di cuore. Il puro di cuore assomiglia a Dio che è la Perfezione della purezza e se c’è una parola che nel cuore di Dio è evidente è proprio la parola Misericordia. Non è dimenticanza sbadata del male. Dio ama di un amore profondo che sa svegliare quel fondamento di bontà che ogni uomo ha perché creato a Sua immagine e somiglianza. Dio è innamorato dell’uomo, ecco perché è misericordioso. Il Santo, che ha il cuore puro, prova questo stesso innamoramento per l’umanità, e sa che anche il cuore più duro può essere sciolto dalla misericordia di Dio. Il cuore puro del santo gli permette di andare oltre l’apparenza di ogni uomo e amarlo con misericordia e desiderio di conversione.
- Pace e persecuzione. Incontrare persone che sono seriamente incamminate in sentieri di santità, non è molto divertente, perché il santo mette a nudo. Se si desidera lasciarsi spogliare, il santo è nostro amico, altrimenti saremo suo persecutore, perché la vita del santo urla sfondando i timpani della nostra coscienza. Eppure, anche nella persecuzione, il santo è uomo di pace. Difende la pace e muore per la pace. Ed io chi sono e cosa sto facendo in questo tempo di guerre….
Povertà, pianto e consolazione, mitezza e giustizia, misericordia e purezza di cuore, persecuzione e pace, ecco i campi nei quali possiamo immergerci per lavare le nostre vesti e renderle candide, imitando i santi che lo hanno fatto prima di noi, imitando Gesù che ha offerto la sua vita per noi. Maria più di tutti ha vissuto in perfezione e purezza le Beatitudini, amando e vivendo la volontà di Dio che la ha resa sua Madre, e divenendo dunque Regina del cielo e della terra, di tutti gli angeli e i santi i santi e madre misericordiosa delle anime che anelano ancora a raggiungere la beatitudine eterna.
Certo, non tutti riusciremo a vivere una vita di amore puro, come i santi. Eppure il Signore avrà misericordia delle nostre anime e ci darà il tempo, anche dopo la morte, di purificarci per poter entrare in Paradiso. E’ il senso della commemorazione di tutti i fedeli defunti: pregare per coloro che hanno amato Dio, ma che a causa della fragilità umana non sono riusciti a farlo in modo eroico. La Chiesa tutta allora prega per queste anime, perché raggiungano presto la gloria del Paradiso nella quale hanno sperato!
Chiediamo l’intercessione dei santi, preghiamo per le anime dei nostri cari defunti.