Carissimi amici iscritti all’associazione del Rosario perpetuo, carissimi lettori,
Maria santissima, Regina del sacratissimo Rosario ci chiama a contemplare i misteri della vita di suo figlio attraverso la preghiera del Rosario.
Ho sentito spesso tante persone che fanno fatica a pregare il Rosario. Alcuni sentono che è troppo lungo stare lì a ripetere sempre la stessa preghiera e che ha persino poco senso.
Altri invece si lamentano perché dopo qualche Ave o Maria hanno già la testa che pensa ad altro, si distraggono e alla fine del Rosario hanno quasi la sensazione di aver pregato invano. Altri ancora dicono che non di rado capita che si addormentino mentre pregano il Rosario…
Pregare con il Rosario può sembrare facile nella struttura ma è una vera esperienza di contemplazione, e dunque tanto facile non è.
E’ vero, si può avere la sensazione che abbia poco senso stare lì sempre a ripetere la stessa cosa. Eppure se si guarda anche all’esperienza dei monaci orientali la preghiera del cuore si basa proprio sulla ripetizione della preghiera di domanda di perdono: Gesù, figlio del Dio vivente abbi pietà di me. E’ un preghiera che si ripete sino a farla diventare quasi un tutt’uno con la respirazione, con il proprio corpo. Ripetere sempre la stessa preghiera, l’Ave o Maria nel caso del Rosario, dovrebbe aiutare a trovare una pace del cuore, e allo stesso tempo un riposo in Dio con l’aiuto di Maria. Forse il modo in cui preghiamo i nostri rosari non è del tutto corretto. A volte lo preghiamo in modo frettoloso. Non ci prendiamo il tempo di stare con Maria in presenza di Dio. Il Rosario è una preghiera che dovrebbe pacificarci, rasserenarci, nutrire la nostra pace interiore.
Capita talvolta che preghiamo col Rosario quando stiamo facendo qualcos’altro, per esempio camminando, o guidando, o facendo lavori manuali che non occupano troppo la nostra mente. E’ una bella abitudine certamente, ma è inevitabile che ci si distragga di più. Ma è un modo di vivere con Maria il momento che si sta vivendo, senza la pretesa di raggiungere il più alto grado di contemplazione: stiamo coinvolgendo Maria nella nostra quotidianità, e Lei ci accompagna con la sua presenza. E’ una bella abitudine!
C’è da preoccuparsi se qualche volta ci addormentiamo mentre preghiamo il Rosario? Direi di no! Può capitare! Forse siamo stanchi … e allora chiudiamo i nostri occhi sussurrando il nome di Maria. Certo, se non riusciamo mai a concludere la nostra preghiera perché ci addormentiamo forse c’è da chiedersi se non stiamo relegando la preghiera ad un momento della nostra giornata sbagliato, quasi che la preghiera fosse l’ultima cosa che ci rimane da fare. Sarebbe bene imparare a dedicare a Dio uno dei momenti più belli del giorno, in cui siamo ben svegli, magari riposati, freschi, e soprattutto quando sappiamo che veniamo disturbati di meno. C’è chi ama pregare la mattina presto, chi dopo pranzo, chi la sera, chi nel cuore della notte! E’ importante chiedersi se non stiamo dedicando a Dio lo scarto del nostro tempo.
La preghiera comunque non credo sia mai inutile, anche quando capita di distrarsi. Dio guarda alle intenzioni del cuore e accoglie e capisce ciò che desideriamo e facciamo anche più di noi! Figuriamoci poi se non lo capisce la sua Madre santissima. Questa non è una scusa per giustificarsi, ma un modo di rasserenarsi e non cadere nella frustrazione o ancor peggio nello scoraggiamento quando non siamo soddisfatti della nostra preghiera.
Non è facile iniziare a pregare con il Rosario se non lo si è mai fatto prima. A volte la vita ci porta a scoprire la preghiera del Rosario sino a non riuscire a staccarsene mai più. Di fornte ad una difficoltà, ad una paura, ci si attacca alla Corona e si inziia a chiedere a Maria di venire in nostro soccorso. Altre volte si vuole semplicemente crescere nella devozione a Maria attraverso la contemplazione dei miseri del suo figlio, e allora si può iniziare in modo graduale. Si può per esempio iniziare a pregare meditando su un solo mistero, o magari due, uno la mattina o uno alla sera. Il Rosario lo si ama rimanendo fedeli nel pregarlo, e il desiderio di pregarlo cresce con la preghiera stessa.
Questa difficoltà di pregare un Rosario intero l’aveva capita bene la Beata Paoline Jaricot, beatificata a Lione lo scorso 22 maggio quando inventò il Rosario vivente. Questo consisteva nel mettere insieme 15 persone, creando tra loro una catena di preghiera, e ogni persona si dedicava alla contemplazione e alla preghiera di un mistero del Rosario. Insieme quindi, come una famiglia, pregavano un Rosario intero. Può essere una cosa che possiamo riscoprire, invitando per esempio qualche nostro amico e familiare, basterebbero anche altre quattro persone, a pregare con noi una posta del Rosario scegliendo un Mistero. Non c’è cosa più bella che il Rosario pregato insieme, anche se a distanza, anche se in momenti diversi. E’ la forza della comunione che chiede a Maria di intercedere per noi presso il Figlio che cambia le sorti della storia e semina bene nel mondo.
Approfittiamo di questo mese di ottobre per pregare il Rosario con fedeltà, oppure cogliamo l’occasione per scoprire noi stessi la grandezza di questa preghiera, o frala scoprire a qualcuno a cui teniamo in modo particolare.
Buon mese di ottobre a tutti!