Carissimi amici lettori e lettrici, carissimi iscritti all’associazione del Rosario perpetuo,
ho dei ricordi molto cari delle mie nonne, meno dei miei nonni perchè uno non l’ho conosciuto e dell’altro ho una memoria più sfumato. Ma delle mie nonne, tra le cose che ricordo sono le loro mani! Spesso infarinate per impastare dolci, abili nelle faccende domestiche, generose nel custodire noi nipoti, e spesso con la corona del Rosario tra le mani.
Questo sul momento non mi colpiva particolarmente, ma a ripensarci oggi, rivedo la fede devota delle mie nonne come un regalo spirituale gratuito che ha certamente nutrito di tanto bene le loro famiglie, e a me, giovane nipote, rimane quello sguardo dolce di una donna col Rosario in mano. La loro preghiera ha fatto del bene anche a me, proprio negli anni in cui ero ragazzo e aspirante a diventare un giovane uomo. La loro testimonianza, senza nemmeno che me ne accorgessi, credo mi abbia nutrito e incoraggiato. Oggi posso ipotizzare che molto del loro coraggio dipendeva proprio dalla loro fede fatta di tempo domestico vissuto nella generosità a Dio, alla famiglia, agli altri.
Mentre pensavo a questo saluto del direttore per il mese di luglio, mese estivo, di vacanza per molti, mi son venuti in mente i giovani di oggi. Mi sembrano più fragili di qualche decennio fa, seppur all’apparenza vogliano apparire più sicuri. Sono più fragili anche i giovani che cercano di fare un cammino di fede, svincolandosi, con non poca fatica per paura di essere emarginati, dalla spavalderia talvolta volgare dei loro coetanei. E oggi più che mai i giovani hanno bisogno di qualcuno che testimoni loro la vita di fede, la gioia di credere e seguire Cristo, un po’ come nella loro semplicità lo sono state le mie nonne per me. Negli ultimi venticinque anni i non credenti in Italia sono aumentati di circa il 30%. Fra questi la quota più alta si riscontra fra i 18 e i 34 anni. Sono circa il 40%, i giovani che si dichiarano senza Dio, senza preghiera, senza culto, senza vita spirituale. In Estonia la percentuale dei giovani che si professa senza credo arriva all’ 80%, mentre in Svezia al 75%. In una società che si allontana sempre più da Dio chi può essere per loro testimone di Cristo? I giovani che intraprendono un cammino di fede facilmente si sentono soli, poco capiti, e fanno difficoltà a trovare qualcuno che li guidi. La messe è molta, e gli operai che sanno stare con i giovani sono sempre più pochi. E allora siamo chiamati tutti ad essere testimoni di fede per i ragazzi e le ragazze di oggi. Ognuno di noi, nella sua semplicità, magari con una corona in mano, possiamo mostrare ai giovani che nella preghiera e in Dio si può cercare forza, consolazione e coraggio per affrontare la vita. Nella maggior parte dei casi più che le parole, rasserena la testimonianza del quotidiano. E’ un po’ arduo riuscire a far competere nella testa di un giovane Dio e la preghiera con lo sballo di una discoteca, o dell’alcool, o della droga e o del sesso svuotato da ogni affetto! Passa il messaggio che Dio si mette in opposizione a tutto questo e toglie ogni divertimento! Nulla di più falso, lo sappiamo. Ma fare un cammino con Dio richiede dare un senso a quello che si fa, e spesso i luoghi dove i giovani si rifugiano sono svuotati da ogni senso e quindi Dio anziché essere una forza amica appare come un nemico inutile e un guastafeste.
I giovani sono gli uomini e le donne di domani, genitori fra qualche anno, i nonni del dopodomani! E’ una vera urgenza accompagnarli a scoprire il vero volto di Dio e dare loro la possibilità di sviluppare una dimensione spirituale che certamente ha dei risvolti positivi nello sviluppo di una società che ha altrettanto bisogno di bontà, di donazione, di gratuità, di accoglienza: tutti valori che sono al centro del messaggio cristiano, e che senza Cristo spesso si affievoliscono e si riducono a mero interesse o aspettativa di tornaconto.
Si ha urgenza di restituire Dio ai giovani, di pregare perché il Signore realizzi quella preghiera che San Giovanni Paolo II rivolse alla chiesa universale il giorno in cui iniziò il suo ministero petrino il 22 ottobre 1978: “Fratelli e Sorelle! […]. Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”.
Non abbiate paura è stato un appello che gli ultimi tre papi hanno rivolto poi in modo particolare ai giovani! Ma perché i giovani non abbiano paura non può assolutamente mancare chi li accompagni. E’ impressionante quanto i giovani abbiano bisogno più di altri di confronto sulla loro dimensione spirituale. Si sentono soli di fronte ad un Dio che non capiscono, e che li spaventa. Hanno bisogno di padri e madri nello spirito che li rassicurino, li orientino, li incoraggino, li correggano, li rialzino quando sbagliano senza farli sentire gratuitamente giudicati. Non è certo una missione che possono svolgere tutti, ma tutti possiamo pregare perché i giovani incontrino sempre qualcuno che li aiuti a camminare. E’ un’intenzione di preghiera che possiamo adottare nei nostri rosari in questo mese di luglio. Pregare la Madre di Dio perché i giovani incontrino suo Figlio Gesù, imparino ad amarlo, e seguendolo ne diventino testimoni e missionari per altri giovani! Che la gioia della gioventù diventi il sorriso di Dio nelle nostre società sin troppo rattristate!