Luglio 2020

Carissimi lettori e lettrici, carissimi iscritti e iscritte all’Associazione del Rosario perpetuo,
ho voluto dedicare questo numero riflettendo a Maria, Gloria dei sacerdoti. Questo titolo di Maria si trova fra le invocazioni delle litanie domenicane e nella sua lapidaria verità fa emergere il legame che ogni sacerdote deve avere con Maria Santissima.
E’ importante ricordarsene soprattutto quando preghiamo il Rosario, avendo a cuore di “ricordare” a Maria di proteggere i suoi figli, in particolare quelli che ha chiamato a servire la Chiesa e il suo popolo attraverso la vocazione Sacerdotale.

Col Rosario dobbiamo adottare nella preghiera tutti i sacerdoti del mondo, partendo da quelli che conosciamo, i nostri parroci, i religiosi che abbiamo incontrato, quelli che sono passata nella nostra vita benedicendola, e ahimè talvolta anche ferendola e rattristandola. Anche i sacerdoti hanno bisogno di farsi lavare i piedi come Gesù fece con san Pietro nell’ultima cena. Lo ricorda il papa nella sua omelia del giovedì santo di quest’anno: non siate testardi come Pietro. Lasciatevi lavare i piedi. Il Signore è il vostro servo, Lui è vicino a voi per darvi la forza, per lavarvi i piedi. E così, con questa coscienza della necessità di essere lavati, siate grandi perdonatori! Perdonate! Cuore grande di generosità nel perdono. È la misura con la quale noi saremo misurati. Come tu hai perdonato, sarai perdonato: la stessa misura. Non avere paura di perdonare. A volte ci vengono dei dubbi… Guardate il Cristo [guarda il Crocifisso]. Lì c’è il perdono di tutti.

Ma come potranno i sacerdoti sentirsi perdonati e perdonare senza l’aiuto spirituale della preghiera del popolo? Maria in modo particolare protegge e fa crescere i sacerdoti. Li accompagna. Dall’alto della Croce Gesù stesso ha creato un’unione invincibile tra Sua Madre e il discepolo Giovanni e quindi tutti i chiamati in modo particolare a seguire suo Figlio in modo esclusivo nella via del sacerdozio e della donazione di se. Ecco tua Madre, dice Gesù al discepolo che egli amava, e Giovanni prese Maria con se!  (Giovanni 19,27)

Un mio confratello, riguardo a questo mistero dell’unione tra Maria e il discepolo Giovanni rifletteva su come l'evento dell'accoglienza della madre di Gesù da parte del discepolo è strettamente legato col mistero della croce di Cristo. Questo mutuo affidamento non avvenne per chissà quale strana ragione, quanto piuttosto per indicare una specifica volontà divina di affidare da un lato ogni discepolo – e in ultima analisi la Chiesa stessa – alla Madre di Dio, e dall'altro di dare una nuova vocazione alla beata Maria, quella cioè di prendersi maternamente cura dei discepoli e degli Apostoli del Figlio suo. […]. Ognuno di noi, […] sa quanto sia vero il fatto che il mistero della Croce nella nostra vita sia strettamente legato all'invito di Cristo ad accogliere presso di sé la Madre sua. Non sono state certamente poche le volte in cui abbiamo sofferto, gioito, ci siamo arrabbiati, abbattuti, rialzati. Forse, però, sono state ancor di più le volte in cui abbiamo sentito che Maria, madre nostra, ci era accanto e ci sosteneva quando magari noi preferivamo rimanere a terra, invitandoci da buona madre a rialzarci e a riprendere a camminare, a vivere da cristiani. Tutto ciò, chiaramente, avviene anche nella vita di ogni sacerdote […]. Nel discepolo amato ogni presbitero rivede sé stesso capendo quanto sia vero che Cristo lo invita ogni giorno ad accogliere nell'intimità della propria casa la beata Maria, regina dei cristiani e gloria dei sacerdoti. Ella infatti è nostra gloria nel momento della gioia, quando sentiamo dentro di noi di poter dire: “Sì, Maria, tu hai davvero gioito nel vedere il Figlio risorto, e anche noi ci gloriamo nel vederlo vivo!”. Ella è nostra gloria nel momento del dolore, quando la vediamo sofferente accanto al suo Figlio durante la Passione, e sappiamo che lei sta lì, gloriosamente, per amore di Lui e di noi. Ella è nostra gloria, di noi sacerdoti, quando sappiamo che dal Cielo non smette mai di amarci e di pregare per ciascuno di noi, ministri e continuatori dell'opera redentiva del Figlio suo. Ella, infine, è nostra gloria quando nella nostra vita abbiamo sperimentato il suo potente soccorso e la sua amorosa presenza nei momenti di bisogno quando pensavamo che ormai fosse tutto finito, senza capire invece che con Dio nulla finisce1.

Maria è gloria dei sacerdoti perché vuole che tutta l’umanità vadano a Suo Figlio, e i sacerdoti hanno come vocazione quella di offrire la propria vita per incontrare Cristo e donarlo instancabilmente come fonte di ogni gioia, salvezza e conforto a tutti. Maria è gloria dei sacerdoti perché ai piedi della croce è stata accolta dai discepoli e con la sua dolcezza continua a chiedere ai sacerdoti l’obbedienza a suo figlio appeso sulla Croce di prenderla con se, di accoglierla nella vita, e di camminare sotto la sua protezione.

Maria è gloria dei sacerdoti perché ogni sacerdote può contare sulla sua vicinanza e glorificare con la sua vicinanza che crea santità Dio stesso!
Che grande vocazione è quella che ogni cristiano ha di pregare per i sacerdoti. Soprattutto in questo periodo estivo in cui la santità e la vocazione ha maggiormente bisogno di essere custodita e rafforzata.

Non dimentichiamo di pregare il Rosario pregando Maria, Gloria dei sacerdoti.

 

[1] L’intera riflessione si può leggere all’indirizzo web https://www.dominicanes.it/predicazione/meditazioni/1531-s-maria-regina-dei-sacerdoti.html