Carissimi amici e amiche iscritti all’Associazione del Rosario perpetuo, carissimi lettori e lettrici,
Maggio, il mese di Maria Regina del Rosario! Pochi giorni fa il papa ci ha invitato con una breve lettera a pregare insieme il Rosario in famiglia.
Noi, come comunità a Santa Maria Novella lo faremo ogni giorno andando in diretta su Facebook proprio dalla sede del Rosario perpetuo.
Pensando a questo mese di maggio mi viene in mente la prima volta che sono andato a Lourdes, poco più che adolescente, più o meno credente. Con un gruppo di ragazzi come me, una sera, dopo aver fatto un po’ tardi la notte in un bar (questo fa capire molto dello spirito del mio pellegrinaggio in quegli anni) abbiamo deciso di andare alla grotta delle apparizioni, e lì sono stato toccato da un’immagine che non credo dimenticherò mai.Era nel cuore della notte e mentre ci incamminavamo alla grotta ho visto un giovane uomo che spingeva una piccola sedia a rotelle vuota. Era la sedia a rotelle di un bambino. Arrivato davanti alla grotta si è inginocchiato, poggiando le sue braccia sullo schienale della sedia, piangendo in preghiera. Probabilmente era un padre, che nel cuore della notte, lasciata la figlia o il figlio ammalato a dormire, ha portato la sua “croce a rotelle” ai piedi di Maria. Si è presentato lì, col suo dramma, ma anche con grande fiducia, da solo, ai piedi di Maria. Io e i miei amici l’abbiamo lasciato lì che pregava, senza muoversi. Siamo rientrati a dormire in silenzio. Chissà quante di queste scene, ogni giorno, alla grotta di Lourdes, o in tanto altri luoghi in cui la madre di Dio viene a consolare noi suoi figli attraverso eventi che superano la nostra comprensione, ma nutrono la fede dei cuori docili.
Quanti cammini fatti nel deserto della malattia, accompagnata dalla sorgente amara della solitudine, soprattutto in questi giorni in cui ancora non possiamo uscire liberamente dalle nostre case a causa della pandemia. Quante vite vissute nel deserto della povertà, resa più pesante dalla sorgente amara della mancanza di solidarietà. Quanti deserti di disperazione affogati in sorgenti amare di nessuna consolazione. Già, a volte camminiamo come il popolo di Israele nel deserto, cerchiamo dell’acqua e troviamo solo una sorgente amara che non ci disseta (Es 15,22-27).
Dio, di fronte alla sorgente amara del deserto, da al popolo di Israele un bastone che rende dolce, potabile, l’acqua, per riportare, laddove c’era la morte, un po’ di vita, un po’ di refrigerio. Maria è un po’ questo bastone che Dio ha offerto nella nostra esistenza. La sua presenza, il suo essere premurosa, il suo intercedere, il suo parlare di noi a suo Figlio Gesù, fa di lei quel bastone che porta vita alle nostre morti. Lei è quella mamma dolce che porta dolcezza alle nostre amarezze, che ci incoraggia quando abbiamo il cuore stanco, che ci permette di aggrapparci a lei e piangere quando non sappiamo più a chi rivolgerci! Penso spesso a quel papà che si inginocchia ai piedi di Maria appoggiandosi alla piccola sedia a rotelle. Forse chiedeva il miracolo, e Maria ha sicuramente donato il miracolo del coraggio, della forza per resistere al dramma di una malattia insensata senza rimanerne schiacciato…e forse ha donato pure la guarigione. Non lo so!
Aggrapparsi a Maria è un po’ come scegliere una strada di favore per aggrapparsi a Dio.
Che grande potenza ha questa madre in cielo per ognuno di noi. La sua bontà verso di noi che viene dalla sua maternità nei nostri confronti, è veramente potentissima. Ci aggrappiamo a Maria perché Maria ci aiuti a diventare come lei. Maria non ha mica avuto una vita facile, tutt’altro! Eppure la sua vita è segnata dalla serenità dell’abbandono a Dio.
Ciò che non riusciamo a fare da soli, con la sua intercessione e aiuto, aggrappati a lei, possiamo farlo. Possiamo veramente arrivare più facilmente a suo Figlio se camminiamo con lei, se la preghiamo sgranando i nostri Rosari, la sua preghiera preferita. La nostra fede è fragile, ma Maria ci è vicina per incoraggiarci, per sostenerci, per consolarci, per farci crescere nella fede anche e soprattutto in un momento di dolore nell’umanità! Quante persone stanno soffrendo per la morte dei loro cari a causa del coronavirus, senza nemmeno la consolazione di poterli accompagnare con il rito religioso. E quanti ammalati ancora lottano fra la vita e la morte o che aspettano un tampone che dica loro che son guariti! Non dimentichiamoli nella nostra preghiera.
Camminare da soli è disperante, ma insieme come famiglia umana, e con Maria ci si sente come un bambino in braccio a sua madre. E siamo questo: sotto la protezione di Maria siamo figli in cammino verso Dio.
Buon mese di Maggio a tutti!
fr. Gian Matteo, O.P.