Dicembre 2020

Carissimi amici e amiche iscritti all’associazione del Rosario perpetuo, carissimi lettori e lettrici,

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. E il verbo si è fatto carne.
Sono le parole che sentiremo il giorno di Natale, tratte dal prologo di san Giovanni. E’ una pagina che con ritmo quasi poetico ci introduce al Mistero teologico del Natale: Dio, che è tutto dall’eternità, si fa uomo, viene ad abitare in mezzo a noi.
Farsi uomo, per il Verbo ha voluto dire che nel prendere carne Gesù ha condiviso, eccetto il peccato, la normalità della nostra vita, seppur tra molte difficoltà. E la prima normalità è quella di avere avuto un padre e una madre.

E’ la sacra famiglia: fragile ma totalmente affidata a Dio.
Maria, una ragazza poco più che adolescente, Giuseppe un uomo presumibilmente più maturo e giusto. Sono lontani da casa, nella povertà, ma con quel respiro di vitalità che oggi, noi che abbiamo tutto, stiamo via via indebolendo.
Guardiamo a Giuseppe e Maria. Sono obbedienti alla volontà di Dio, in una situazione non certo ideale, ma realmente difficile. Eppure ci trasmettono serenità, sobrietà, coraggio, pacatezza, fede.
Se guardiamo alla notte di Natale, alla sua precarietà, dovremmo vedere una coppia di genitori affannati, preoccupati, diremo oggi: stressati! E invece Giuseppe sta in un silenzio attento e contemplativo e Maria serba nel suo cuore tutto quello che vede.
Dalla notte di Natale si intravvede già la prova, che poi prenderà forma di una croce al quale il Signore sarà appeso e attraverso la quale donerà la sua vita per noi. Ma la croce per un cristiano è sempre cammino di risurrezione. Ogni opera buona, penso a quelle che nelle famiglie fanno soprattutto i figli verso i genitori magari anziani, perdona e copre molte fragilità e peccati e rinnova la casa custodendola nella grazia. Custodirsi nella bontà significa intraprendere cammini di resurrezione che partono da una vera esperienza del Natale, ossia non seguire un dio non sta tra le nuvole, ma Dio che in qualche modo si incarna nelle persone che incontriamo, e soprattutto nelle più fragili, per esempio un padre o una madre anziani. Il Verbo prende carne e si fa uomo anche per insegnarci a riconoscerlo in ogni uomo e donna, perché tutti siamo amati dal Signore.
Non dimentichiamo mai quel passo del Vangelo in cui Gesù ci ricorda che tutto quello che abbiamo fatto o non abbiamo fatto ai nostri fratelli è come se non l’abbiamo fatto a Lui: avevo fame, avevo sete, ero bisognoso, ero carcerato, ero straniero e tu dove eri? (Matteo 25,31-40)
Pensando al Natale iniziamo a seguire Gesù nella sua vita e chiediamogli di imitarlo.
Sarà bello in questo periodo se recitiamo i nostri Rosari davanti al presepe, soprattutto i misteri Gaudiosi. Pensiamo a Maria che guardando con occhi carichi di amore suo figlio Gesù ricorda quel giorno dell’annunciazione in cui l’angelo Gabriele venne a trovarla salutandola Ave o Maria, piena di grazia. E chissà quante volte guardando nel volto Giuseppe avrà pensato al vecchio Zaccaria, marito di sua cugina Elisabetta, anche loro diventati genitori di Giovanni il Battista.
Ci farà bene soffermarci davanti al presepe, e contemplando la sacra famiglia e il mistero di Dio che si fa uomo, pregare il nostro Rosario!
Buon Natale a tutti

 

Terza di copertina . Madre Teresa di Calcutta: E’ Natale

È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.